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(+39) 071.9160322Il linfodrenaggio, o “drenaggio linfatico manuale” (DLM) è un particolare tipo di massaggio praticato nelle zone del corpo con un’eccessiva riduzione della circolazione linfatica e una stagnazione di liquido. La prima formalizzazione della tecnica fu introdotta nel 1936 dal dottor Emil Vodder insieme alla moglie, la dottoressa Estrid Vodder.
Durante la maggior parte di una seduta di DLM il massaggio si esegue dalla periferia verso gli organi interni (in senso centripeto), per aiutare l’effetto drenante delle valvole a nido di rondine nei vasi linfatici. Sono 2 le metodologie classiche del massaggio linfodrenante, la prima formalizzata da Emil Vodder, la seconda da Albert Leduc. I due metodi concordano sui punti più importanti, ossia: • Iniziare il massaggio partendo dalla zona prossimale, ossia le varie stazioni linfonodali del tronco, per poi concentrare il resto della seduta sulle zone distali, ossia gli arti; • La pressione deve essere regolata in modo da non provocare arrossamenti né dolori.
Secondo Leduc invece il trattamento deve essere svolto solo attraverso due manipolazioni, a seconda dell’affezione da trattare: “la manovra di richiamo e la manovra di riassorbimento”. La prima consiste in manipolazioni da effettuare a valle della zona di interesse per aiutare il drenaggio fisiologico dei liquidi stagnanti nei vasi, mentre la seconda agisce sulle zone di ritenzione, manipolando il tessuto per favorire il riassorbimento dei fluidi a livello dei vasi linfatici superficiali.
Leduc indica due manipolazioni in base all’affezione da trattare: 1) La manovra di richiamo che consiste in manipolazioni sulla zona di interesse per favorire il drenaggio fisiologico dei liquidi stagnanti nei vasi 2) La manovra di riassorbimento che agisce sulle zone di ritenzione per favorire il riassorbimento dei fluidi a livello dei vasi linfatici superficiali.
Controindicazioni:
La terapia compressiva si propone di migliorare il ritorno venoso e di ridurre l’ipertensione venosa. Una revisione della Cochrane ha esaminato il ruolo della compressione nella guarigione delle ulcere venose individuando sette RCT che comparavano terapia compressiva versus nessuna terapia compressiva. È stato evidenziato un netto miglioramento nei pazienti trattati con terapia compressiva. La revisione ha concluso che la terapia compressiva aumenta i tassi di guarigione delle ulcere rispetto all’assenza di terapia compressiva.
La pneumatica Compressione intermittente (IPC) viene utilizzata per fornire una pressione uniforme attorno a un’area lesionata, riducendo meccanicamente la quantità di spazio disponibile per il rigonfiamento da accumulare, aumentando così il flusso linfatico, diminuendo il gonfiore e migliorando la cicatrizzazione dei tessuti. L’IPC ha dimostrato di essere più efficace se combinato con la crioterapia. La terapia a freddo (crioterapia) promuove la vasocostrizione e riduce il flusso di sangue, riduce l’infiammazione e l’edema (gonfiore), diminuisce gli spasmi muscolari, diminuisce la domanda metabolica e allevia il dolore senza narcotici.
COMPRESSIONE PNEUMATICA INTERMITTENTE (IPC):
Una revisione della Cochrane ha degli studi che riguardavano l’utilizzo della IPC nel trattamento dei pazienti con ulcere venose croniche dell’arto inferiore. Il suo utilizzo è tuttavia in grado di migliorare la guarigione in confronto all’assenza di bendaggio compressivo.
L’applicazione locale di laser a basso livello di energia allo scopo di accelerare la guarigione delle ulcere venose dell’arto inferiore è stata oggetto di valutazione in una revisione sistematica della Cochrane.
Migliorano i ristagni degli arti inferiori.
La scoperta che le onde d’urto possono esercitare uno stimolo verso la rigenerazione e la riparazione dei tessuti ha ampliato l’ambito delle loro applicazioni terapeutiche anche alla Medicina Rigenerativa. Possono essere trattate con successo ferite e piaghe di difficile risoluzione, perdite di sostanza di origine post-traumatica (anche nei giorni immediatamente successivi al trauma), così come cicatrici dolorose di diversa origine.
L’esercizio muscolare del polpaccio, eseguito con un supervisore, ha dimostrato di aumentare la funzionalità muscolare della pompa del polpaccio e di migliorare l’emodinamica. Nei pazienti con ulcere venose dell’arto inferiore si dovrebbe prendere in considerazione l’esercizio muscolare del polpaccio, eseguito sotto supervisione del fisioterapista.
Le gambe pesanti nascono da alterazioni a livello circolatorio, Tecar viene impiegata proprio per la sua efficacia nel riattivare questa funzione, stimolando inoltre il dimagrimento e liberando i grassi nella circolazione in modo che possano essere utilizzati. È inoltre efficace sulla componente fibrosa dei tessuti rendendo più distesa ed elastica la pelle. La Tecarterapia è quindi in grado di: migliorare la circolazione, eliminare il ristagno dei liquidi nei capillari, ripristinare l’elasticità della pelle, favorire il dimagrimento abbinandolo ad un corretto stile di vita. Di conseguenza la pelle risulta più fresca, luminosa e giovanile perché composta da un maggior numero di cellule ricche di acqua e con un metabolismo riattivato.
Sì, perché il Fisioterapista è una figura professionale autonoma come dichiara la Legge n. 251 del 10 agosto 2000.
Perché ad oggi il fisioterapista è l’unica figura sanitaria riconosciuta che può lavorare in ambito riabilitativo. Rivolgersi ad un fisioterapista vuol dire quindi affidarsi ad un professionista, con una adeguata formazione, capace di prendersi cura della tua salute nel miglior modo possibile seguendo le linee guida della letteratura scientifica e in grado di riconoscere quando una problematica apparentemente di natura muscoloscheletrica nasconde invece un problema più serio da inviare al medico di competenza.
È importante avere con sé tutti i documenti medici e specialistici e i test strumentali eseguiti per il problema di salute per cui si è preso l’appuntamento.
Certamente. Qualsiasi prestazione fisioterapica, in presenza o meno della prescrizione medica, è detraibile secondo la normativa dell’Agenzia delle Entrate con la circolare 19/E del 1° giugno 2012 (pag. 15).
Eseguiamo riabilitazione ortopedica post-intervento (menisco, crociati, cuffia dei rotatori, protesi, fratture, osteotomia, trapianto di cartilagine ecc.), fisiatrica (cervicalgia, lombalgia, tendiniti, lesioni muscolari, artrosi, infiammazioni, sindrome del piriforme ecc.), neurochirurgica post-intervento (ernia del disco, stenosi) e reumatologica (artrite reumatoide, spondilite anchilosante ecc.)
Chi può ricevere la visita fiscale del medico dell’INPS deve comunicarlo all’inizio delle terapie e nel caso non foste stati reperibili durante il controllo, provvederemo a certificare la presenza nello studio al momento delle terapie.
Si, le spese per la fisioterapia sono considerate come spese mediche, quindi se nel testo del contratto assicurativo non è precisato il contrario, saranno completamente ripagate dall’assicurazione.
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